lunedì 6 gennaio 2014

ATTENTI ALLA BEFANA!

Io vi metto in guardia. Lo so, è già tardi, ed il danno sarà già avvenuto. Prometto, l'anno prossimo, di essere più solerte e di avvisarvi per tempo.
Perché dovete sapere che, nel centro Italia, in Toscana in particolare, i miei antenati in questo giorno avevano una curiosa tradizione.
Era usanza credere che, la persona che avrebbero incontrato per prima, nella mattina del giorno della Befana, avrebbe reso fortunato o infausto tutto l'anno a venire, fino alla vigilia dell'Epifania successiva.
Se, al momento del risveglio o subito dopo, si fosse incontrato un uomo, o un giovane, un ragazzo, l'anno sarebbe stato propizio.
Se, al contrario, si fosse incontrata una donna o una ragazza, l'anno a venire sarebbe stato infausto e sfortunato.
Stessa sorte, se la prima persona che varcava la soglia di casa fosse appartenuta al genere femminile.
Chissà, forse si credeva che, in questa giornata, alle donne e alle fanciulle venisse donato il prezioso potere della magia. Solo per un giorno e una notte, il tempo di volare a cavallo di una scopa, di maledire con lo sguardo qualcuno che se l'era meritato, di sentirsi un pò Strega.
Per poi tornare, al calare delle tenebre, alle proprie dimesse occupazioni domestiche, tra lo strattonare alla gonna di un figlio, e un bollito che cuoce in pentola.
Gli antenati della mia terra erano così ligi a tale tradizione, che chiedevano alle loro compagne ed alle loro figlie di non varcare neanche la porta di casa per uscire all'esterno. Quello era il giorno delle Streghe, dopotutto. Niente di buono poteva capitare ad una donna che usciva per strada a raccogliere quelle voci sussurrate nel forte vento della Tramontana. Ed ogni porta a cui ella avrebbe bussato, difficilmente si sarebbe aperta. Nessuno la avrebbe accolta volentieri, nel giorno in cui uno sguardo femminile è capace di maledire, paralizzare, recare sciagura.
Che cosa buffa, se penso a quello che è diventata oggi la festa della Befana, con calze e calzettoni ripieni di dolci per i bambini.
Una tradizione molto più dolce, piemontese e non solo, fa nascondere dalle mani di una donna una fava all'interno di una focaccia zuccherina. Ogni componente della famiglia ne mangerà una fetta, esprimendo silenziosamente un desiderio. Chi troverà la fava, se saprà conservarla nella propria tasca senza mai perderla, vedrà realizzato il desiderio che aveva chiesto.
A me piace ricordare ed onorare queste antiche tradizioni giunte a noi.
Appena mi sono svegliata, stamattina, ho fatto in modo di incrociare, per primi, gli occhi di mio marito.
E se qualcuno frugasse nelle tasche del mio cappotto, ci troverebbe dentro la fava dell'anno scorso.


Marco Donatiello Photographer

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