lunedì 31 marzo 2014

NEW ORLEANS



Era il mio compleanno. Era un regalo promesso da tempo. Era l'occasione di toccare con mano quanto avevo scritto nel mio secondo libro pubblicato, "Voodoo e Candomblè". L'alibi ufficiale era prendere più materiale magico possibile, ottenere maggiori conoscenze esoteriche per aprire una nuova linea di prodotti.
Quando siamo arrivati all'aeroporto coi biglietti in mano, non avevamo più scuse. Partenza per NEW ORLEANS.
The Big Easy,  la terra in cui i Loah ancora camminano, la città in cui prosperano decine di negozi esoterici, in cui esistono tante veggenti e cartomanti da lastricarne una via intera. Tra ombrose paludi cariche di storie raccapriccianti sul cannibalismo, cariche di cimiteri, croci e alligatori, per bar affollati dove i neri suonano il jazz piu' nostalgico del mondo, a contatto con le migliori sacerdotesse voodoo che adornano i loro altari.
New Orleans, tappezzata ovunque di teschi, su magliette, opere d'arte, insegne, bottiglie di rhum, portachiavi, souvenir. 
Perchè il patrono di New Orleans  è Baron Samedi, uno degli dei più popolari del pantheon Voodoo. Signore dei cimiteri, insieme alla sua spettrale sposa Maman Brigitte, lui è l'immancabile scheletro con cilindro, giacca nera e occhiali scuri.
Baron Samedi controlla i crocevia tra la terra e i morti. E'  anche il Loah della resurrezione e per questa sua capacità è spesso chiamato per la guarigione da parte di coloro che sono vicini alla morte. Solo lui può accettare un individuo nel regno dei morti, e spesso restituisce alla vita i bambini, le cui guance rosee non tollera di veder ghermite dal buio eterno.
Camminavo finalmente nella terra in cui il Voodoo non è bandito, in cui viene visto per ciò che è, ovvero una religione, e non Magia Nera.  Senza alcuna forma di paura, fanatismo, superstizione. Ero nella terra in cui, nel mercato centrale, insieme alla frutta ed ai panini di polpette di granchio (spettacolari), vendevano bamboline voodoo con estrema nonchalance.
Sono andata nella casa in cui viveva Marie Levau, la più famosa sacerdotessa Voodoo del luogo, colma di altari ai vari Loah, con ogni tipo di offerte. Monetine, collane, bracciali, profumi, rhum, sacchettini, ossa...
Poi sono andata a pregarla, sulla sua tomba nuovamente piena di  monetine, collane, bracciali, profumi, rhum, sacchettini. Le pareti erano state incise con una tripla X praticamente ovunque. Esse sono come un omaggio, un saluto, un modo per dire: io ci sono, quì davanti a te, e il passaggio tra i mondi non è mai stato tanto sottile. Ascoltami, busso tre volte alla tua bara, benedicimi, proteggimi, donami il tuo favore.
Ho visitato decine di negozi esoterici, che lì pullulano e sono frequenti quanto i bar e i ristoranti. Con la complicità di mio marito, mio compagno di viaggio, li abbiamo letteralmente svaligiati. A breve, sappiatelo, aprirà una piccola linea di prodotti dedicati alla magia di New Orleans, dall'Acqua di Florida alle saponette legate ai Loah (che a noi possono sembrare una cosa buffa, ma lì si usano parecchio).
Ho conosciuto, e conversato ampiamente, con la più popolare sacerdotessa Voodoo ancora in vita: Miriam. Una simpatica e allegra donna nera sui cinquant'anni, dotata di un calore senza uguali, fondatrice dello Spiritual Temple Voodoo, luogo di culto pieno di altari e di serpenti, in cui lei officia giornalmente, nonostante l'invadenza dei turisti.


Ho visitato le paludi Bayu, in particolare le Munchac, teatro passato di orrori quali il cannibalismo, lastricate di croci per colpa di una inondazione di parecchi anni fa.
Ho visto una delle vie più centrali della città lastricata di cartomanti e veggenti. Ogni metro ce n'era una, col suo banchetto, le sue carte, sfere, conchiglie, incensi e pietre.
Ho visto ossa di orso, lupo, coyote, cervo; denti, zampe e teste imbalsamate di alligatore, vendute insieme a cristalli e pietre burattate.
Ho ammirato la placida tranquillità del Mississippi, solcato dai battelli in una giornata di sole; e il misterioso silenzio del Mississippi, in un giorno in cui la nebbia saliva dalle acque e sembrava volesse inghiottire nuovamente la città intera.


Ogni notte e ogni mattina ero svegliata dai terremoti. Le falde acquifere sottostanti la città sono state da tempo svuotate, creando una serie quotidiana di piccoli terremoti di assestamento, a cui gli abitanti non fanno neanche caso (bellissima la conversazione con la ragazza della reception dopo la prima notte: "Ma stanotte c'è stato un terremoto!!!". Sua risposta: "Un terremoto? Che terremoto?").
C'è una cosa che però, girando per la città, mi ha fatto riflettere. Sono entrata una sera in uno dei ristoranti locali più carini del centro. Vado alla toilette per incipriarmi il naso, e noto che tutti i muri del bagno sono tappezzati di Vevè. I Vevè,  per chi ancora si fosse perso il mio libro "Voodoo e Candomblè" in cui lo spiego esaustivamente, sono i disegni rituali che permettono agli Dei del pantheon Voodoo di discendere tra di voi. Sono sigilli magici, potenti e vibranti, insomma, non sono una cosa da prendere alla leggera. Mi immagino quegli sfortunati Loah quando si sono sentiti richiamati dalla toilette di un ristorante. Mi stupisce che il locale, e l'edificio intero, siano ancora in piedi.




Perchè è proprio lì che volevo arrivare. New Orleans è bellissima, magica, lascia senza fiato. Però forse ha fatto un errore. Forse ha reso certe cose troppo commerciali. Per ogni maglietta con il Vevè di Baron Samedi che viene venduta ad un sorridente, pacioccone e ignorante turista americano; per ogni portachiavi, vino, o salsa di tabasco con il glifo di Samedi con teschio e tuba, e l'immancabile scritta "Voodoo", ovunque, che si tratti di pubblicizzare un ketchup piccante o un cocktail estremamente alcolico.

E poi, con gli occhi della mente, ho immaginato il Barone dei cimiteri rialzarsi dalla terra, stanco di farla tremare senza essere nemmeno più percepito, stanco di dover far finta di non vedere, attraverso i suoi occhiali da sole con una lente sola. L'ho visto alzare il suo cilindro fino al cielo, l'ho visto allearsi con le forze del vento e dell'acqua, nella terribile data del 29 agosto 2005, quando la forza della natura, a cui era stato dato un curioso nome di donna, Katrina, fece inginocchiare la superbia di uomini che volevano giocare a vendere gli Dei.
Cito nuovamente "Voodoo e Candomblè":


"Nel Voodoo, i Loah abitano le acque sotterranee.
Questo significa che le entità afroamericane sono estremamente legate alla Terra e ai suoi bisogni. Gli Dei sono vicino a noi. Non sono arroccati in un lontano Olimpo, non ci osservano dall’alto di un iperboreo cielo. Al contrario, percepiscono il rumore dei nostri passi, conoscono le strade che percorriamo, respirano la scia di emozioni che ci portiamo dietro.
Sono presenti, veloci, terreni. "

Dopo oltre dodici ore di volo, sono tornata a casa, nella terra in cui i Loah non sono ancora così forti da far tremare la terra e decidere del destino dei suoi abitanti. Ne sono stata in parte sollevata... e in parte ho provato nostalgia.









sabato 8 marzo 2014

TI AUGURO

Ti auguro di trovare in te la dolce stabilità di Parvati, Dea indiana, figlia della stabilità delle montagne,
paziente e benevola consorte di Shiva.
Ti auguro di percepire nell'anima anche la battagliera ed inquieta Morrigan, la triplice Dea celtica che compare, nera come un corvo e profonda come la morte, sui campi di battaglia.
Ti auguro la caparbietà e la costanza di Iside, che, accecata di lacrime per aver perso il suo sposo, raccolse i suoi pezzi sparsi per tutto l'Egitto e con la Magia dell'amore più grande riuscì a concepire da lui un figlio divino.
Ti auguro la candida ingenuità di Persefone, la Dea - fanciulla dalle guance pallide come alabastro, che imparò a governare un regno sotterraneo.
Ti auguro inoltre la materna pazienza di sua madre Demetra, che per sei mesi all'anno vive con l'assenza della figlia nel cuore.
Ti auguro di trovare in te la furba civetteria di Oshum, la brasiliana Dea dell'amore, ricoperta di oro e miele, Signora dei dolci inganni.
Ti auguro la furia combattiva di Sekhmet, Colei che è potente, Dea egizia dal volto di leone che spande, negli aridi deserti, il suo alito di fuoco per punire i nemici che non si assoggettano al volere divino.
Ti auguro la saggezza della romana Minerva, arguta e limpida di pensiero, capace di guarire e ferire allo stesso tempo.
Perchè ogni donna è anche una Dea. Anzi, è tutte le Dee che nei secoli l'hanno guidata e protetta.
Ogni donna che conosco ha nel suo cuore e nel suo grembo la luce brillante del Divino.
Auguro a tutte voi, oltre che a me stessa, di vivere sempre senza nascondere o rinnegare l'arcaico mistero dell'essere Donna, e di far discendere in questo mondo terreno le antiche Dee.