mercoledì 16 gennaio 2019

L'APPARENZA INGANNA


Guardate questa statua.
Stavo scorrazzando liberamente col mio pargolo durante una visita guidata al MAO (Museo di Arte Orientale) di Torino, quando ci siamo imbattuti in questa statua, realizzata in Cina durante il periodo Han (200 a.C.).
Cosa vi sembra? Un demone, un mostro, un contadino posseduto da Satana.
Invece la guida, mia amica, mi ha fatto notare una cosa curiosa. Quella statua raffigura un esorcista.
Così ho pensato due cose.
La prima, che spesso prendiamo l'aspetto di ciò che combattiamo, soprattutto se in questa lotta abbiamo rischiato di perdere noi stessi.
La seconda, che l'apparenza inganna. E un povero diavolo che cerca di aiutare la gente, magari utilizzando la magia e la divinazione, viene automaticamente etichettato come un pericoloso satanista, soprattutto in questa nostra Italia ancora così provinciale.
Poi è vero anche il contrario, e abbiamo fior di guru e santoni implicati in casi di circonvenzione di incapace, abuso sessuale e pedofilia. Giusto ieri ne parlavo in una intervista in radio, dell'importanza di riconoscere e seguire la propria luce interiore, più di quella di maestri /guru / santoni vari.
Quando studiavo psicologia il mio professore preferito, Bruno Bara, ci ripeteva sempre che l'abito FA il monaco. Il modo in cui noi ci vestiamo, come ci poniamo agli altri, sono messaggi potenti che rivelano la nostra interiorità.
Oppure, credo io, che rivelano ciò che NOI vogliamo mostrare.
Comunque, per non sbagliare, alle sue lezioni e ai suoi esami eravamo tutte curatissime, e ancora adesso non saprei dire se il mio ultimo trenta e lode con lui non sia stato anche merito della mia messa in piega e della camicetta bianca.
In tanti anni a contatto con la gente ho scoperto una cosa. Chi veste di nero, si ricopre di tatuaggi o piercing, studia esoterismo, appare schivo e ombroso, o rozzo e irriverente, spesso è molto meno pericoloso di alcuni individui dall'apparenza normale, coi loro golfini in cachemire e i toni pastello.
Guardavo questa statua divisa da me dalla teca di vetro.
Quante volte mi sono sentita come lei. Per dieci persone per cui ho fatto del bene, ce n'era sempre una ad additarmi come un mostro. Che non capiva, che non conosceva il mio mondo, e per ignoranza parlava.
Ora ho imparato a fregarmene, anzi ci rido e ci scherzo sopra.
Siamo il popolo dei diversi, degli originali, dei sensibili, di quelli che agiscono con la Luna e vivono in un mondo ombroso, governato da leggi proprie.
Anche a noi però piace stare al sole, ogni tanto, e fare amicizia con gli abitanti del giorno.
Scoprendo così, tutti insieme, che la normalità non esiste, e che ognuno è fatto sia di Luce che di Ombra.