venerdì 21 novembre 2014

THE BEGINNING - Come tutto ebbe inizio


Quando andai via di casa avevo da poco compiuto ventun anni. Pur avendo il trambusto nel cuore, sentivo che quella era l'unica cosa giusta da fare. Lo penso tutt'ora. All'epoca avevo appena iniziato gli studi all'università di Psicologia, fioccavano i 30 sul libretto e adoravo le materie. Non avevo la minima intenzione di mollare. Così, dopo aver trovato un dignitoso appartamentino in affitto e un lavoro part-time, continuai la mia vita. Ero sempre giusta con le spese, e le tasse universitarie di inizio autunno cominciavano ad essere difficili da pagare.
Un pomeriggio di Giugno in cui pioveva così tanto da non vedere oltre il proprio naso, conobbi lei. Mi venne presentata da un'amica che conosceva la nostra passione in comune: la Cartomanzia. Io all'epoca facevo le carte già da anni, avevo cominciato a 16 anni, però non le avevo mai fatte ad altri che non fossero amici. Lei era una cartomante al pubblico da decenni.
Quella ragazza aveva la risata più solare dell'universo, e da ogni suo piccolo gesto si sprigionavano un'energia e una forza spaventose. Mi propose da subito di affiancarla per un festival estivo che durava un mese, di mettere un banchetto insieme al suo e dividere le spese. Prendemmo l'ombrello e uscimmo a cercare l'organizzatore del festival. Pioveva così tanto che spesso dovevamo fermarci e ripararci, eravamo a piedi e il parco dell'evento era vicino a casa nostra. Arrivammo zuppe e fradicie come gattini bagnati al cospetto dell'organizzatore, un armadio di uomo con la barba arruffata e il sigaro in bocca, che rispondeva al nome di "Patrito". Appena ci vide scoppiò in una risata e, non so se per pietà o per altro, ci prenotò uno degli stand di maggiore passaggio.
Così trascorsi le serate e le domeniche d'estate, per molti anni di seguito. Arrivavo e lei era già lì, disponevamo i tavoli, le tovaglie, le carte, accendevamo le candele e gli incensi, ci raccontavamo quello che ci era capitato durante la giornata, e andavamo avanti a predire il futuro fino a tardi, spesso alle 2 di notte arrivava ancora qualcuno a chiedere alle carte.
Ricordo quelle serate come luminose, leggere, allegre.
I primi ad accorrere furono i maniaci di ogni tipo e sorta, che però quando capirono che stavamo davvero facendo solo le carte, senza secondi fini, si arresero in fretta. (Da cosa riconoscere a primo impatto un maiale? Ti chiede subito se leggi la mano piuttosto che le carte, cerca un immediato contatto fisico...).
Spesso quando il festival finiva, era un pò come se fossero finite le mie vacanze estive. Con il primo vento d'autunno, che faceva cadere le foglie nel parco, contavo i guadagni della stagione e sapevo che sarei riuscita senza problemi a pagarmi le tasse universitarie di Ottobre.
D'inverno poi io e lei avevamo preso l'abitudine di andare in un pub vicino a casa ogni tanto, anche lì accendevamo le nostre candele e facevamo qualche giro di carte. Anche se in realtà quella era solo una scusa per stare un pò insieme e farci offrire le consumazioni da qualche cliente soddisfatta.
Poi io conobbi mio marito e mi trasferii, lei divenne l'amante del titolare di quel pub, e lentamente ci perdemmo di vista.
Una settimana fa l'ho incontrata per caso vicino alla metropolitana. Erano passati quindici anni, ma in lei era presente la stessa forza, la stessa energia di allora. Lei è la classica cartomante che si getta d'impulso, prende le tue parti fino alla fine. Una volta ha convinto una cliente dal cuore infranto ad accompagnarla nel garage dove il suo ex aveva parcheggiato, ed insieme sono rimaste lì appostate fino a che lui non si è presentato e la cliente gli ha gridato addosso tutto il suo odio e la sua tristezza. Ecco, lei è una cartomante così. Minuta, guizzante, muscolosa, credo avrebbe avuto uguale successo se fosse diventata una investigatrice privata.
Era lì davanti a me, e sembrava che non fosse passato un solo giorno da quelle serate d'estate rischiarate dalle candele.
Poi lei mi parlò, e mi disse che il suo amante, il proprietario del pub dove andavamo d'inverno, era morto a causa di un incidente stradale un anno fa. Nel momento in cui i soccorsi tentavano di rianimarlo, lei lo aveva sentito entrare in casa sbattendo la porta, come sempre. Lo aveva chiamato e non lo aveva visto. Il giorno dopo aveva saputo. La famiglia di lui ovviamente le aveva impedito di partecipare al funerale, ma lei per mesi aveva sentito la presenza del suo amante vicino a sè.
Poi mi disse che anche l'organizzatore del nostro festival, Patrito, era venuto a mancare improvvisamente, all'incirca nello stesso periodo.
E io mi sentii come se quelle serate estive con le carte rischiarate a lume di candela fossero scomparse per sempre, e con esse la mia selvaggia età dei vent'anni.
Non provai tristezza, solo una specie di attutita nostalgia.

1 commento:

  1. Incredibile trovare per caso questo post, ricordo perfettamente quelle serate al parco Ruffini, esattamente come ti le descrivi, gestivo lo stand vineria "Terra e Libertà" proprio accanto al vostro con tavolino, carte e candele... Un gran via vai di persone fino a notte fonda e c'era molta allegria. Mi dispiace per Deborah per la perdita del suo compagno, e per il buon Patrito che ho frequentato anche negli anni successivi fino alla sua improvvisa scomparsa. Non ho letto altro, nè so cosa sia questo blog, ma per ora non posso che ringrazio te, e il caso, per avermi fatto rivivere quei momenti a cui ho ripensatao spesso negli anni successivi. Ti/vi abbraccio.
    Salvatore

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