C’era una volta
un finto santone. Per carità, non che secondo me ne esistano di veri, l’unica
Luce capace di indirizzarci e farci evolvere arriva da dentro. Comunque, questo
finto santone si chiamava Paolo Meraglia. Era un professore in pensione, e gli
piacevano ragazze giovani, davvero giovani. Però dato che lui non era
particolarmente piacente, né ricco, trovò un modo.
Andò in edicola
a comprare un paio di mazzi di tarocchi a basso costo. Prese qualche libro di
Magia per darsi un tono, e decise di fare il santone.
Quando apriva
le carte gli bastava simulare una situazione piena di negatività, cancellabile
con semplici rituali di magia sessuale, per convincere le clienti ad aprire le
gambe. E ciò andò avanti per anni, in una anonima mansarda imprestata da un
amico compiacente e partecipe.
La
sonnecchiante Torino se ne accorse appena.
C’era una volta
una ragazza, poco più di una bambina. La vestirono di bianco, dicendole che era
stata prescelta come ancella, antica vestale di segreti iniziatici, catalizzatrice
di misteriosi rituali sessuali che le avrebbero permesso di rimuovere
definitivamente ogni negatività. Il suo ragazzo insisteva che non si tirasse
indietro. Tutto ciò le sembrava strano, bizzarro. Col tempo divenne
profondamente sbagliato, anche se oltre a lei c’erano molte altre ragazze che
continuavano ad andare in quello strano tempio così simile ad una comune
mansarda. La vestale lasciò il suo ragazzo malsano e ne trovò uno nuovo. Che
rabbrividì quando lei si confidò e la portò al più vicino commissariato di
polizia.
La
sonnecchiante Torino spalancò gli occhi, turbata da un vivido incubo.
C’era una volta
una libreria esoterica nel cuore di Torino, aperta da quindici anni. Il
titolare e sua moglie ascoltavano la radio mentre facevano colazione. Sentirono
di quella storia disgustosa dove un finto santone e qualche complice
inscenavano rituali sessuali e svolgevano stupri di gruppo. Dopo aver scosso la
testa aprirono il negozio e vennero letteralmente invasi dai giornalisti.
Intervistatori e cameraman totalmente ignoranti in materia chiedevano di
vedere, maneggiare, riprendere le cose che potevano fare più scena.
Gettonatissime le voodoo - doll e la statuetta del Baphomet. La prima a
pubblicare l’intervista fu la Stampa. Che, distorcendo completamente il senso
dell’intervista, citò il negozio come “un luogo dove fanatici di esoterismo,
magia nera e chissà che altro vanno a respirare l’aria magica”. Dove “Torino
città magica è una menzogna divertente”.
Fortunatamente
la Stampa rimase l’unica a sfottere gli esoteristi. E ci fece pure una becera
figura. Tutti i colleghi di Studio Aperto, Tg5, Tg24, Rai 3 al contrario compresero
quanto poco questo centrasse con l’esoterismo, e in onda apparve il titolare di
Esotericamente a sottolineare quanto “chi pratica l’Esoterismo come ricerca
personale, come crescita, è chiaro che rimanga offeso da questo”.
La
sonnecchiante Torino si risistemò i guanciali per ritornare al suo tiepido
torpore primaverile.
Con una vestale
un po’ meno ingenua, un finto santone dietro le sbarre, ed una libreria
esoterica che aveva salvato l’immagine.
Ho sempre amato
il lieto fine.
Però. C’è
sempre un però.
Perché quando
un truffatore si finge mago, medium, esoterista, i mass media inondano le
librerie esoteriche e spalano letame sui fruitori di questa spiritualità?
Quando emerge
un finto medico si va forse a setacciare l’università di medicina o gli
ospedali? Si denigra forse la categoria medica?
Perché fa cosi
audience fare di ogni erba un fascio, quando si tratta di esoterismo?
È così divertente
prendere in giro persone che, pur affondando radici nel terreno, stanno
cercando di guardare il cielo e comprendere cosa si nasconde dietro il moto
delle stelle, dietro il fitto velo di Maya, rischiarando il buio della
grettezza con la luce di una candela?
Quanto mi
piacerebbe ricevere il rispetto anche dalle persone che non credono in questo
mondo.
Svegliati,
assonnata Torino, e regalami questo sogno.
Baphomet templare