lunedì 7 ottobre 2013

LA FINE DEL MONDO

Esistono alcuni approcci all'esoterismo che mi provocano immediata orticaria. Il primo di questi è rappresentato dal costante asserire di una presunta fine del mondo. Prima fu la volta della New Age. Ero ancora minorenne, mentre sfogliavo il libro (carino) "La profezia di Celestino", e tutti attorno a me parlavano della fine dell'era dei Pesci, dell'inizio dell'era dell'Acquario. Ciò doveva portare ad un innalzarsi delle coscienze, la fine del mondo per come lo conoscevamo noi, una serie di eletti che avrebbero sviluppato superpoteri che X-Men ci fà un baffo. Io alzavo un sopracciglio e continuavo a sfogliare il mio libro New Age.
Poi fu la volta di Nostradamus. Avevo poco più di vent'anni, mi pagavo la retta universitaria con i consulti di cartomanzia, e tutti attorno a me paventavano, nuovamente, la fine del mondo. Mille e non più mille, il Papa Nero, e amenità di questo genere. Io alzavo un sopracciglio e continuavo a fare le carte.
Poi fu la volta del calendario Maya, e nuovamente assistetti al panico della tremenda data del 21 Dicembre 2012. Persino una mia cara amica prese ferie quel giorno per trascorrere gli ultimi, presunti attimi della sua vita, insieme alla sua famiglia. Io alzavo un sopracciglio e continuavo a lavorare.
Con gli anni ho notato una cosa. Esiste l'esoterismo da "Fine del mondo, redimetevi tutti, passeremo ad un nuovo stadio di conoscenza e solo i migliori sopravvivranno". Ed esiste l'Esoterismo, quello con la E maiuscola, che smette di credere a queste baggianate.
Poi, però, a furia di sentire parlare di Kali Yuga, sono andata ad acculturarmi. Sì, perchè, terminata la paura del calendario Maya, la nuova moda è parlare di una fine del mondo legata al tremendo periodo del Kali Yuga. Secondo l'interpretazione della maggior parte delle Sacre Scritture induiste, Il Kali Yuga è l'ultimo dei quattro periodi, o "Yuga", e alla sua fine il mondo ricomincerà con una nuova Età dell'oro; questo implica la fine del mondo così come lo conosciamo (più di ciò che accadde alla fine degli altri Yuga, perché la Storia cadrà nell'oblio) e il ritorno della Terra ad un paradiso terrestre. Il mio sopracciglio già si stava alzando, quando continuai a leggere l'elenco dei problemi che sorgono nel periodo del Kali Yuga.
- Durante quest’epoca si assiste ad uno sviluppo nella tecnologia materiale, contrapposto però ad un’enorme regressione spirituale. Kali Yuga è l’unico periodo in cui l'ateismo è predominante e più potente della religione; solo un quarto di ognuna delle quattro virtù del Dharma (penitenza, veridicità, compassione e carità) è presente negli esseri umani. La nobiltà è determinata unicamente dalla ricchezza di una persona; il povero diviene schiavo del ricco e del potente; parole come “carità” e “libertà” vengono pronunciate spesso dalle persone, ma mai messe in pratica. Non solo si assiste ad una generale corruzione morale, ma le possibilità di ottenere la liberazione dall'ignoranza, si fanno sempre più rare a causa del generico declino spirituale dell'umanità.
 - La guerra “civilizzata” (con precise norme di correttezza e di onore) è stata dimenticata, e gli umani combattono senza onore. A differenza degli altri periodi, in cui era normalità cessare i combattimenti dal tramonto all’alba, cremare le vittime e riflettere sulla guerra, i combattimenti dell’età di Kali si protraggono costantemente, spinti soltanto dal desiderio di vittoria. Aumenta inoltre il sadismo.
 - Nel Kali Yuga, le persone non sono più rispettate per la loro intelligenza, conoscenza o saggezza spirituale. Al contrario, la ricchezza materiale e, ad un livello inferiore, la prestanza fisica sono ciò che rendono una persona ammirevole. Nonostante il rispetto sia superficialmente molto manifestato tra le persone, nessuno rispetta sinceramente gli altri. Ognuno crede che lo scopo ultimo della vita sia quello di ottenere rispetto, quindi diventando ricco o fisicamente forte.
- Nonostante l’età, gli esseri umani diventano inferiori in altezza e più deboli fisicamente, così come mentalmente e spiritualmente. C’è una diffusione di falsi dèi, idoli e maestri. Molte persone mentono, e si dichiarano profeti o esseri divini.
- Le donne in questa epoca diventano lascive ed immorali per natura.  Molte donne intraprendono l'adulterio e la prostituzione. (Su questo punto mi tranquillizzo un poco. Tradimenti e case chiuse esistono da sempre. Ditemi piuttosto che ultimamente la Società propone un tipo di donna molto diversa dal classico "Angelo del Focolare"...).
Comunque, sì, sembra che siamo in pieno Kali Yuga. Guenon stesso supponeva che il Kali Yuga iniziasse intorno al 2.000 d.C. Insomma, ci siamo. Che si può fare per sopravvivere, nell'epoca di Kali? Chi era la dea Kali intanto?



Kali era la brillante, bruciante, vitale potenza del femminino archetipico. Kali la spaventosa, la terribile. Kali la nera, oscura come una notte senza luci. Sia che si esprima in forma divina che umana il suo aspetto è terrificante perché implica un cambiamento radicale, che tutto dissolve, concepito alla stregua di una distruzione del creato e del tempo. La potenza con cui si attua è simboleggiata dall'immagine spaventevole di Kali danzante, con la sua collana di teschi e il suo pugnale.
Kali però nacque con un fine benefico: venne creata per distruggere un potente demone contro cui gli altri Dei stavano lottando senza tregua.
Raktabija era il nome del demone (in sanscrito ‘rakta’ significa ‘sangue’ e ‘bija’ ‘seme’), sembrava invincibile in quanto appena una goccia del suo sangue toccava terra nasceva un altro demone, e così all’infinito. Dal sopracciglio della Dea Durga, allora, nacque Kali, la notte suprema che divora tutto ciò che esiste, il tempo che distrugge i mondi. Kali con la sua bocca bevve tutto il sangue di Raktabija evitando che toccasse terra e poi gli tagliò di netto la testa. La sete di sangue, di violenza, di morte ubriacò la Dea che più non si fermò. Solo Shiva, il suo sposo, riuscì a fermarla gettandosi su di lei. Kali cercò di uccidere anche Shiva, ma quando riconobbe il suo sposo, prostrato ai suoi piedi, si fermò. Il cuore di Kali ricominciò a battere e l'universo fu salvo.
Come sopravvivere, dunque, nell'era di Kali? Dubito, nuovamente, che il mondo stia per finire. Però a volte credo che stiamo toccando un pò il fondo. Non riesco a leggere il giornale o a vedere un telegiornale, la violenza mi sopraffà. Come sopravvivere quindi?
Forse imitando il cuore palpitante di Shiva, lo sposo di Kali. Sopraffatti, inermi, stesi al suolo dalla indicibile violenza di Kali, è possibile effettuare un solo atto coraggioso. Continuare ad Amare. Amare il mondo in cui siamo, Amare gli individui che lo compongono, Amare gli Dei che dall'alto ci guardano e nascono dentro la luce del nostro cuore.

1 commento:

  1. IL mondo ha dei cicli e questo lo dicono un po' qualsiasi disciplina. Spesso la fone del mondo si pensa sia la fine di un "grande" ciclo, cioè un ciclo che comprende sotto-cicli. Che siamo alla fine di un grande ciclo anche questo è detto più o meno nelle varie discipline. E questo lo posso confermare. Per quanto riguarda un discorso personale posso dire che amare il mondo in cui viviamo è giustissimo ma amare le persone che ci vivono comincio ad avere dei grossi dubbi, o meglio, non credo di riuscire ancora a farcela, mi rimane solo l'indifferenza come quella che ricevo da tutti. I milgiori amici ti aiutano quando ne hai bisogno ma solo se questo non va contro loro interessi, bisogni etc etc. Altri idem, quando non sanno cosa fare allora ci sono poi scompaiono. Se poi consideriamo persone normale allora cominciano i guai, bisogna sempre stare attenti che se gira male ti possono fare del male, figuriamoci gli altri. Insomma viviamo in un mondo oramai pervaso dalla paranoia, tutti hanno paura di tutto e come reazione non ti "guardano male" nella peggiore delle ipotesi. E allora ben venga una "rivoluzione naturale" e questa è la grande paura che tutti hanno e per cui tanto si fa di parlare di una fine del mondo. Possibile che per vedere gesti di bontà bisogna guardare le persone più umili e povere? Possibile che nella civiltà del benessere non ci sia più la capacità di fare almeno una buona azione, anche piccola piccola? Oramai non si guarda più in faccia nessuno, lontano o vicino che sia, solo il proprio benessere e nientaltro! Magari un nuovo diluvio universale, dove chi deve temere è solo la persona che non sa guardare oltre il se stesso e che quindi, volontariamente o no ( e qui ci sarebbe da discutere sul "volontariamente"), fa del male! Parliamo di un mondo d'amore quando non riusciamo a fare il bene nemmeno dei propri figli! SArà pure un discorso pessimista ma non vedo più il bene nelle persone!

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