mercoledì 11 giugno 2014

TRACCE

Qualche mese fa sono entrata da Norman per un caffè veloce.
Mi aspettavano degli amici, volevano presentarmi una persona. Io adoro il bar Norman. E' in una via centrale di Torino, e ha alcuni tra i più strepitosi lampadari di cristallo al soffitto.
Io quei lampadari li conosco a memoria. Diecimila anni fa, quando ero una giovane studentessa che lavorava per pagarsi Psicologia, a volte facevo la commessa in un negozio che restaurava lampadari di cristallo. Le due vetrine erano completamente invase dai due lampadari di Norman da restaurare, bellissimi nella loro algida e pura lucentezza. Quando arrivava la sera e li accendevo, il cristallo sfaccettato nei colori dell'arcobaleno mi teneva compagnia, nelle lunghe serate invernali in cui rimanevo in negozio da sola.
Così, entrare nel bar e  ritrovare i miei amici di cristallo a salutarmi, dopo averli persi di vista per circa dieci anni, mi ha scaldato il cuore.


Al tavolo mi è stata presentata una osteopata sui cinquant'anni, dall'aria serena, il volto sorridente, il corpo minuto e asciutto.
Tra un caffè e un dolce, non so neanch'io come mai, a un certo punto, anche un pò bruscamente, mi sono fermata, l'ho guardata negli occhi e le ho detto:
"Sai che c'è una cosa che ancora non ho capito del corpo umano? E' una cosa che mi sfugge. A volte i miei clienti mi chiedono di dare un'occhiata anche alla loro salute, con le carte. Ovvio, la prima cosa che consiglio è un accertamento medico, a mio parere la cartomanzia non può sostituirsi all'analisi medica. Così, giusto per dare un'occhiata ai punti di forza e debolezza del loro organismo, prendo alcune carte. E ho scoperto una cosa bizzarra. Esistono alcuni malesseri che lasciano il segno.
Possono essere passati vent'anni, ma loro hanno lasciato una traccia indelebile, come le striscie di un 4X4 sulla neve immacolata, come una cicatrice, come una grossa X tracciata con un pennarello rosso. Con le mie carte, questi malesseri mi compariranno come attuali, anche se sono trascorsi decenni e la persona, per prima, sembra averli dimenticati. Forse la mente dimentica, mentre il corpo no. E quel segno sottile viene rilevato dalla veggenza, o dal tocco esperto di una mano."
Anche l'osteopata annuiva.
Non so per quale motivo sia così, ma a me capita spessissimo con due malesseri in particolare. Ed è raro che mi sfuggano. Il primo, è il male del secolo. Spesso ho difficoltà anche a nominarlo. La proliferazione di cellule impazzite, il cancro silenzioso e strisciante. Possono essere passati vent'anni, la mia cliente può esserne totalmente guarita, con un intervento chirurgico e con le terapie, ma le mie carte lo rileveranno come se fosse ancora lì, come se avesse lasciato un marchio in quel corpo. Forse è davvero così, si rimane segnati da questa esperienza, nulla tornerà più come prima. Sopravvivere reca con sè un dono prezioso: il valore della vita. Che prima si dava quasi per scontata.
Il secondo malessere che, ho riscontrato, rimane per sempre, è l'aborto. Quando una donna ha abortito, anche se tantissimi anni prima, ed anche se in seguito ha avuto altri dieci figli, a livello sottile resterà una traccia. Nuovamente indelebile. Senza addentrarmi in giudizi etici e morali, vorrei capire perchè questi due pesanti avvenimenti lasciano una traccia. Forse quando si ha a che fare, in maniera così vivida e vicina, con la morte, se ne rimane in parte macchiati. Segnati, diversi. Anche se indosseremo i vestiti più colorati e il sorriso più allegro, qualcosa di noi non tornerà più uguale a prima. Come aver varcato una porta che si è chiusa alle nostre spalle. Non saprei come altrimenti interpretare il fatto che se una mia cliente mi chiede della sua fertilità, e anni fa ha abortito, quella cosa mi comparirà dalle carte come se fosse appena successa.
E se una sopravvissuta da un tumore mi chiederà genericamente della sua salute, senza avermi accennato a niente, a me quell'orrenda malattia comparirà come se non fosse ancora stata sradicata.
Come si può tornare ad essere nuovamente puliti come cristalli luminosi e sfaccettati?
Senza tracce di sofferenza sul corpo? Chissà, forse sarebbe come chiedere ad un veterano di guerra di cancellarsi i segni dei proiettili con la chirurgia plastica.
In questo mondo dove solo il bello, il perfetto, l'incontaminato sembrano esistere, imparare ad accettare le tracce del proprio dolore è una delle principali conquiste spirituali.

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