Elena Shumilova Ph.
Per tutti i giorni di pioggia. Per tutti i giorni persi. Per i giorni della nostalgia, quelli in cui immagino me stessa bambina, a giocare alla strega di Biancaneve con una mela raccolta dall’albero e una bombetta più grande di me in testa.
Alla nostalgia di me stessa
più giovane, più ingenua, più spirituale forse.
Alla curiosità di me stessa
da vecchia, non così dissimile da ora, solo con qualche ruga in più, ma quasi
sicuramente ancora con un mazzo di carte davanti e una giovane ragazza di fronte, piena
di domande da farmi.
A questi pensieri così
leggeri, effimeri, come goccioline d’acqua portate dal vento di fine settembre. A
queste ore del tardo mattino, col retrogusto di caffè dolce in bocca, e
quell’attutito e tenace intorpidimento, dove fare qualunque cosa sembra
sbagliato.
Seduta, accoccolata,
arrotolata in qualcosa di morbido, con la testa vuota e il respiro lento.
A tutti i minuti trascorsi
così, tra una battaglia e l’altra, tra un progetto e quello successivo, nel
silenzio interrotto solo dal ronzio del frigo.
Perché la mia vita, e con la
mia la vostra, scorre anche qui, in questi placidi momenti di Nulla.
Pace, assenza, vuoto.
Perché a volte non c’è
niente da dire.
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