Marco Donatiello ph.
Voi
siete lì, sedute davanti a me. La domanda vi preme sulla punta della
lingua, non vedete l'ora di sapere. Io vi sto sorridendo
e con gesti decisi prendo le quattro carte che risponderanno al
vostro dubbio, alla vostra indecisione, alla nebbia che nasconde
ancora il futuro che deve mostrarsi.
Guardate
il tavolo macchiato di cera, con le lune e le stelle disegnate,
gialle su sfondo blu.
Guardate
le mie mani inanellate che voltano le carte.
E,
sia che voi conosciate i Tarocchi, sia che siate alla vostra prima
seduta di cartomanzia, vi rendete conto che sono uscite carte brutte.
Magari
c'è una Torre, che col suo fulmine a ciel sereno fa precipitare e
morire due uomini.
Magari
è uscita la Morte, col suo macabro scheletro dinanzi alla brulla
radura cosparsa di membra umane.
Oppure
è comparso anche l'Appeso, l'uomo capovolto e impiccato per i piedi,
immobilizzato in uno scomodo destino che richiede un sacrificio.
La
paura vi assale. Quelle carte, pensate, parleranno di un tragico
destino senza via di scampo, ogni speranza verrà soffocata da un
triste ed ineluttabile responso.
Tempo
fa lessi un bellissimo libro, "la Via dei Tarocchi" di
Jodorowski. Che ha un approccio al simbolismo dei Tarocchi
prevalentemente psicologico, non particolarmente divinatorio. Per
lui, anche le carte più brutte sono in realtà una bellissima
opportunità di crescita, di maturazione, di evoluzione personale.
Eccerto.
Caro Alejandro, diglielo tu alla mia cliente che la Torre è una
carta di festa e di meravigliosa trasformazione interiore.
Credo
che questo valga per ogni disciplina divinatoria o collegata, almeno
in parte, ad una predizione del futuro. Che si tratti di astrologia,
I ching, rune, fondi di caffè e quant'altro.
Quando
esce qualcosa di brutto, è facile dire che questa è un'ottima
opportunità di maturazione psicologica. Ed è sicuramente vero,
quello che non ci uccide ci fortifica. Ma in quei momenti, le mie
clienti sbatterebbero la testa contro il muro pur di vedere uscire
carte più belle, e della trasformazione interiore non gliene frega
una benemerita mazza (ultimamente mi fanno notare che ho acquisito
una scrittura più sintetica e volgare, scusatemi).
Ho
due riflessioni da porvi. La prima, è che io non sono una esoterista
da fiorellini e cuoricini. Quindi, se vedo carte brutte, non voglio
indorarvi la pillola ma dirvi esattamente quello che è. Se l'uomo di
cui mi chiedete si avvicina pericolosamente a Jack lo Squartatore,
non ve lo descriverò come Mr. Grey. Se la relazione in cui vi state
infilando è un Vicolo Stretto, non ve ne parlerò come se entraste
in Parco della Vittoria (Monopoli docet). Un Halloween di tanti anni
fa presi accordi con uno splendido negozio di accessori e venni messa
su una vetrina di Via Garibaldi a fare le carte alle clienti, con una
sola raccomandazione: di prevedere solo cose belle, e far alzare le
signore dai cuscini con un sorriso, non con le lacrime (a livello
commerciale, è un ragionamento che non fa una piega. Pensa che calo
nelle vendite altrimenti!). Quando l'anno successivo mi riproposero
l'evento, rifiutai.
Non
si può fare le carte togliendo dal mazzo quelle brutte.
Come
non si può prevedere meraviglie quando arrivano transiti di
pianeti malefici (Marte e Saturno vengono anche
definiti allegramente così, sapevate?).
Ogni
tanto qualche cliente alle prime armi esordisce dicendomi, con aria
spaventata: "Ma dimmi solo le cose belle, eh?".
La
vita è fatta di luce e ombra, di vittorie e sconfitte, di salite e
discese. Come posso descrivere il futuro parlando solo dei colori e
non del buio?
La
seconda riflessione riguarda il fatto che quando escono carte brutte,
esse sono un avviso, non un destino ineluttabile. Come scrivo nelle
dispense del mio Corso di Cartomanzia:
La
funzione del consulto, e dei tarocchi, è di dare indicazioni sul
futuro, segnalando i possibili problemi come un “campanello
d’allarme". Il futuro, però, porta ad incroci di strade
complicate, legate alla volontà di ogni singolo individuo che, per
un tratto del percorso, decide di condividere il suo cammino con il
consultante. I Tarocchi esaminano possibilità future, l’intreccio
di più variabili, non qualcosa di inevitabile. Il destino è
costruito anche dalla volontà dell’uomo, il libero arbitrio di cui
è fornito gli consente di modificare i piani futuri. Quindi le carte
sono un avviso, un consiglio, la visione di un futuro possibile,
probabile, ma mai completamente certo. Se il consultante saprà
trarre vantaggio ed insegnamento dalle raccomandazioni degli Arcani,
avrà una maggiore consapevolezza e dominio sul suo futuro.
Quindi,
ricapitolando. Sono uscite carte tragiche, orrendamente brutte. Ora
ci rimbocchiamo le maniche e cerchiamo di modificare in meglio il
nostro futuro.
cara Stella, che piacere leggere un altro tuo articolo...!
RispondiEliminaBrava!
ciao e a presto
C.
Grazie C, un abbraccio anche a te!
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