lunedì 9 settembre 2013

QUANDO HO SONNO


Marco Donatiello Photographer

Stanotte ho dormito cinque ore, se va bene. E' un periodo che durante la notte si prepara l'Harmageddon. Vicini che fanno rumore, bimbi che si svegliano nel cuore della notte, il mio famiglio, ovvero il mio gatto nero, che inquieto entra ed esce da porte e finestre. Dovevo chiamarlo Arsenio, Arsenio Lupin, e addestrarlo ad entrare nelle gioiellerie del centro e consegnarmi la refurtiva.
Insomma, stanotte è una delle ennesime notti passate in bianco.
Quando non dormo di notte, il giorno dopo mi trascino come un fantasma da una stanza all'altra, da un lavoro all'altro, con la palpebra abbassata e la voce calata di un tono.
Entro in negozio per fare consulti come una presenza spettrale richiamata da una evocazione.
Curiosamente, quando dormo poco faccio meglio le carte. Sarà perchè mi ritrovo in quella linea di confine tra la veglia e le immagini oniriche, al confine tra razionalità e inconscio.
Tutto appare più fluido, veloce. La mia mente razionale è troppo stanca per opporre una difesa alle immagini ed alle sensazioni che un consulto di carte sprigiona.
Così, mi lascio andare e seguo anch'io la corrente. Poi, magari, ricordo poco o niente di quanto ho detto, come i ricordi di un sogno, che man mano che passa il tempo si affievoliscono fino a scomparire.
Quando ho così sonno, non riesco però a scrivere, a concentrarmi sul prossimo libro che intendo pubblicare. Non riesco a trovare le parole, non riesco a tradurre i miei pensieri.
E non esiste the, caffè, bevanda alcuna che sortisca effetto.
Mi aggiro come un'anima in pena al bar, e dopo l'ennesimo cappuccino vorrei dormire più di prima.
Tanto lo so che avete sonno anche voi. E' la sindrome del lunedì mattina. Ma ce la possiamo fare, coraggio...

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