giovedì 5 settembre 2013

VISTA DALL'ALTO


Marco Donatiello Photographer

E' una strana sensazione. Mistica, intensa, rara.
Voi siete lì, completamente immersi nella vostra vita. Fate i conti con le bollette, le scadenze, lo stipendio. Forse state sommando gli scontrini conservati per capire quanto avete speso questo mese, forse vi state chiedendo come riuscire a guadagnare qualcosina in più.
Oppure, siete immersi a riflettere sui rapporti che avete con qualcuno. Magari avete appena finito di parlare con un'amica, e state mentalmente analizzando la vostra situazione affettiva. Oppure, avete una famiglia che vi chiede impegni precisi, e li state spuntando tutti come una lista della spesa.
Magari avete uno stato d'animo inquieto. A me, questa cosa capita sempre quando sono inquieta. Qualcosa vi arrovella e non riuscite a smettere di pensarci. Magari è una frase detta fuori posto, da voi o da qualcuno che vi circonda, che vi martella nelle tempie. Oppure è successo qualcosa di brutto, di potenzialmente tragico, e non sapete come sfangarvela.
E poi, accade questa cosa. Mistica, intensa, rara.
E' come se un Angelo vi afferrasse sotto le sue ali e vi portasse in alto, sempre più in alto, sopra le nuvole, luminose o cariche di tempesta, dei vostri pensieri. 
Vedete tutto dall'alto. Tutto vi sembra improvvisamente lontano, distante, piccolo.
Come quando guardate dall'oblò di un aereo. Le persone sono minuscole, ogni tanto qualche macchina percorre una strada. Campi arati, fiumi dorati, montagne ricamate di neve, il mare. Tutto è così immenso e perfetto.
E in quell'attimo capite.
Quando capita a me, è come se improvvisamente mi ricordassi di essere all'interno di un gioco. Guadagnare soldi, spenderli per vivere, incontrare persone, risolvere problemi e situazioni ingarbugliate.
Mi sembra tutto uno splendido e semplice gioco.  Torno a sentirmi leggera. C'è un termine, che ho scoperto da poco e secondo me rende l'idea.
Nell' Induismo, l'intera realtà viene vista come il risultato di un gioco creativo dell'assoluto Divino. Viene chiamato, semplicemente, "Lila", il Gioco Divino.
Noi siamo i Giocatori di questa strana ed eterna partita, in cui non si vince e non si perde, ma si impara e si cresce.
E' bello che, ogni tanto, in uno sprazzo di lucidità, si riesca a vedere tutto dall'alto, con distacco e serenità.
Dura poco questa sensazione, almeno per me. Dura però il tempo necessario per tornare nella mia vita, nei miei vestiti, nel mio corpo, con la consapevolezza di stare ancora giocando, come una bambina che deve ritrovare la strada di casa.


4 commenti:

  1. che coincidenza, poco fa ho volato e mi son sentito sereno, dopo una notte di emicrania :)

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  2. Buon viaggio Fabri, buon rientro a casa!

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