giovedì 13 giugno 2013

LA REGOLA DI TOMMY



Venerdì scorso, terminata la mia conferenza sul Vampirismo (che è stata un vero successo) mi sono recata nel locale del mio amico Tommy. Il luogo di svago per cartomanti esauste, che risponde anche al nome di Padiglione 14, a Collegno.
Stavo gustando il mio meritatissimo Cuba Libre, nella cucina del locale, in compagnia di alcuni fedelissimi amici, quando, non so come fosse iniziata la conversazione, Tommy se ne uscì con una perla di saggezza che mi fulminò all’istante.
Stavo parlando di due persone che conoscevo, padre e figlio. Il padre, il classico hippie rivoluzionario da giovane, intelligente, acuto e simpatico, laureato in legge, con una brillante carriera alle spalle. Il figlio trentenne, il classico nevrotico figlio di papà buono solo a spillargli soldi, dal nuovo coupè al master di lusso all’estero.
Raccontavo a Tommy del mio splendido rapporto col padre, e della mia totale mancanza di stima per il suo agiato rampollo.
Tommy mi chiese: “Il padre è uno giusto?”
Io: “Sì, molto”.
“Allora, il figlio è un buono a nulla. È sempre così. Se nasci da uno tosto, sarai un incapace. Se nasci da genitori incapaci, sarai invece uno in gamba”.
Sono stata folgorata da un’illuminazione. Era vero. Almeno, per me. Io nasco da genitori talmente incompetenti che la mia unica speranza è che, nel mio caso, la mela sia cascata molto ma molto lontana dall’albero. Anzi, spero di essere una pera, una banana, un ananas o un kiwi, che casualmente si trovava a passare da quel malridotto albero di mele.
So che bisognerebbe portare rispetto per i genitori, e che questa non è la sede per piangermi addosso, ma davvero me ne hanno combinate troppe nella vita.
Però la teoria brillantemente snocciolata nella cucina dell’ex manicomio di Collegno mi ha acceso un barlume di speranza, ovvero che forse, chissà, io possa sfuggire all’ereditarietà e alla genetica. Quel tanto per evitare i grossolani errori dei miei genitori. Per carità, di errori ne farò sicuramente altri, di più innovativi e originali.
Ho sempre saputo di avere non una, ma molte marce in più rispetto ai miei.
Chissà, forse nascere da genitori tosti, che hanno saputo cavalcare la vita con coraggio e intelligenza, procurandosi anche un bel successo materiale, non è sempre un vantaggio. 
È un po’ la storia della volpe e l’uva, nel mio caso, ma mi piace pensarlo. Pensare che nascere da una famiglia benestante, agiata e di successo non sia sempre indice di successo anche per la generazione a venire.
Se nasci avendo già tutto, avendo già la pappa pronta, crescerai molle, annoiato, senza ambizioni, senza lo stimolo di un riscatto.
I tuoi genitori hanno già lottato, anche per te. Per vincere ed affermarsi, hanno pienamente compreso la ferocia, l’egoismo e la brutalità del mondo esterno. L’unico errore che fanno questi brillanti genitori è che vogliono preservare la giovane prole da tutto questo. 
È un errore in cui sento che potrei cadere anch’io, da giovane mamma apprensiva quale sono.
Se un ragazzo al contrario viene su da genitori incapaci, manchevoli, incompetenti, dovrà, da subito, utilizzare tutto l’ingegno e le capacità possibili per sopravvivere, per non soccombere, davanti ai loro problemi e alle loro disgrazie. Per carità, in alcuni casi ne verrà travolto e non riuscirà più a rialzarsi. Fortunatamente, gli assistenti sociali dovrebbero servire proprio a questo, a evitare questa opzione.
Se è vero che ciò che non ci distrugge ci fortifica, anche quando siamo sangue del suo sangue, un figlio di genitori sbagliati, quando la gabbia si apre e lui finalmente  si ritrova libero e vivo davanti al mondo, qualche trucchetto in più sulla vita dovrebbe conoscerlo.
Chiamiamolo un regalo del destino, del karma, a fronte delle avversità subite nell’infanzia. Oppure una semplice e matematica conseguenza.
Esistono le eccezioni, ovviamente, anche se rare. Però, la regola di Tommy mi piace.



3 commenti:

  1. (André Subrac)
    Di sicuro se nasci da 2 genitori "tosti" corri il serio rischio di non riuscire a "competere" con loro, il che nel periodo della formazione di una personalità significa crescere sconfitto ---> (prob.) fallire.
    Negli altri casi però un collegamento così stretto non lo vedo, nel tuo caso di sicuro è così, tuttavia non vedo la regola generale (magari semplicemente le marce in più cui ti riferisci ce le hai di tuo e basta).
    I genitori, tosti o smidollati che siano, dovrebbero comunque ricordare sempre che un bambino non è un adulto e va aiutato a crescere.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Vero, vero quello che scrivi... Chissà magari è solo una coincidenza, in alcuni casi tra cui il mio. Però devo ammettere che molte, troppe famiglie che ho avuto modo di conoscere hanno in qualche modo sostenuto questa teoria.

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