venerdì 14 giugno 2013

LA VALIGIA


  • Oggi parliamo di una valigia. Non è però la classica valigia di chi sta per partire per le vacanze. Molte persone che conosco quest’anno salteranno le vacanze.
    Questa è una valigia un po’ speciale. La stanno preparando due mie amiche.
    E’ una valigia pesante come il piombo, piena di nostalgia per la terra natale e per gli amici, gli affetti, i legami che negli anni sono stati creati.
    È anche una valigia leggera come una piuma, leggera come la speranza di trovare un futuro migliore, leggera come un portafogli vuoto, leggera come chi non ha molto da perdere, senza ancore e radici profonde.
    Ecco, in questi giorni due mie amiche stanno preparando questa valigia.
    Una partirà per Dubai, l’altra per le Canarie. In questi paesi bellissimi e remoti, hanno un parente o un amico di famiglia disposto ad ospitarle e aiutarle a trovare un lavoro.
    Se socchiudo gli occhi pregusto il loro futuro.
    La mia amica in partenza per Dubai farà tanta gavetta, passerà almeno un anno a lavorare come una pazza in qualche multinazionale, tornerà a casa la sera distrutta ma si cambierà in fretta d’abito per uscire coi suoi nuovi amici nella sfavillante e ricca notte araba.
    La mia amica in partenza per le Canarie troverà un lavoro tranquillo, rilassante. Dopo anni trascorsi a lavorare di notte, in locali avvolti dalle tenebre, ritornerà a farsi abbracciare dalla calda luce del sole. Aiuterà sua zia a coltivare l’orto e deciderà col tempo se vale la pena di aprirsi un locale tutto suo, un ristorante, un bar, che ne so.
    L’Italia le avrà perse. Avrà perso due ragazze davvero in gamba. E io le avrò perse, insieme a lei.
    Tanti, tanti altri miei amici stanno pensando di partire. Non hanno ancora sistemato bene le cose, per ora è solo un’idea, un progetto lontano, ma ci stanno pensando.
    Se un ragazzo della mia generazione non ha messo su famiglia, non ha genitori anziani a cui badare ed ha sufficiente coraggio per ribaltare come un calzino la sua vita, deve partire.
    Le prime due azioni magiche con cui prendere in pugno la vita, ricordate? Volere, Osare.
    Io affondo le mie radici nell’Italia, tutto per ora mi lega qui. Appartengo a quella categoria di persone che piange all’aeroporto e installa Skype sul pc.
    Appartengo a quella categoria di persone che prega ogni sera che l’Italia si rialzi dalla crisi.
    Appartengo a quella categoria di persone che spera nella ripresa economica, nel ritorno degli amici lontani, che crede ancora nei miracoli insomma.

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