Ieri a Torino era una torrida giornata afosa, e una serie di noiose circostanze mi ha portato a dover salire su un pullman affollato per tornare a casa.
Era da tanto che non lo facevo. Mi sono ricordata che mi piace un sacco. Mi metto lì, con sguardo finto indifferente e occhiale scuro, a scrutare la gente. Perchè io ADORO la gente. Voglio capire tutto di loro, conoscere i loro più segreti moti dell'anima. E adoro guardare i dettagli che indossano, per descrivere la loro personalità. Non imparo mai abbastanza dalla gente.
Ieri sul pullman è salita una giovane ragazza molto appariscente. Trucco accentuato, smoky eyes versione Panda, capelli raccolti da una bandana leopardata, tutta vestita e inguaninata in top e pantacollant neri e fuxia. E' successa una cosa curiosa. Non mi ero soffermata su di lei, finchè ho percepito qualcosa di stridente. E' bastato un attimo. Stava mangiando un pacchetto di patatine. Come un famelico ragazzo. Una dietro l'altra, con un ritmo e una voracità che a nessuna ragazza sarebbe mai saltata in mente. Allora ho rivolto la mia attenzione su di lei, e mi sono resa conto che era un ragazzo.
Così, dato che il viaggio era lungo, ho iniziato a pensare al genere con cui nasciamo, al nascere uomini e donne a proprio agio, o a disagio, con il proprio corpo.
Quando ho scritto il libro sul Feng Shui ho approfondito il discorso sulle due energie, maschile e femminile, della tradizione orientale, ovvero Yin e Yang.
Comparsa molto presto, alla metà del I millennio a.C., questa teoria deve molto agli astronomi, agli indovini e ai musicisti dell'antichità. A partire dagli ultimi secoli prima dell'inizio dell'era cristiana, la religione taoista, ma anche il sistema confuciano, hanno sviluppato la doppia concezione di Yin e di Yang. Yin è connesso al femminile, al notturno, al negativo. Yang è connesso al maschile, al giorno, al positivo. (Positivo e negativo rilevano semplicemente l'assenza e il vuoto; oppure la presenza, e il pieno; non sono aggettivi che indicano merito o demerito).
L'uomo nasce con entrambe queste energie. Il cosmo è pervaso da queste energie.
I giorni e le notti si alternano gradualmente, insensibilmente. Lo Yang si amplifica con il progredire delle ore diurne e declina lentamente con il crepuscolo, mentre la proporzione di Yin aumenta. Allo stesso modo si compenetrano le stagioni nel corso della progressione dei mesi. Yin e Yang non si escludono; è il rapporto dell'uno rispetto all'altro che varia. All'equinozio di primavera, i due principi (il giorno e la notte, il freddo e il caldo) si equilibrano. Poi, ben presto, i giorni si allungano, lo Yang comincia a crescere e raggiungere il suo apogeo con il solstizio d'estate (e io, su quell'afoso e affollato pullman, riflettevo su questo Yang all'ennesima potenza nel mese di Luglio). Poi i giorni diventano più brevi, lo Yang diminuisce finché, all'equinozio d'autunno, il giorno e la notte si equilibrano nuovamente. Ormai tocca allo Yin di predominare, e allora culmina la notte di mezzo-inverno, per decrescere poi regolarmente e ritrovarsi in equilibrio con lo Yang al momento dell'equinozio di primavera dell'anno seguente.
Così, succedendosi senza eliminarsi, come i giorni e le notti, estati e inverni si equilibrano nel tempo, imponendosi come "il grande Respiro dell'Universo". Yin e Yang formano la coppia motrice della meccanica cosmica. E quest'alternanza dei due principi fornisce la spiegazione essenziale di tutti i fenomeni naturali. Allo stesso modo, Yin e Yang compaiono, armoniosamente, dentro di noi.
Sicuramente quel giovane ragazzo stava cercando, disperatamente e inconsciamente, di ricollegarsi al suo profondo e silenzioso lato Yin. Quanta fatica doveva compiere per riuscirci. La società, per anni, gli aveva insegnato a sgranocchiare le patatine in quel modo. Rozzo, veloce, famelico, "da maschio". Nella sua mente, il femminile si palesava con toni sgargianti, col fuxia e il leopardato, con lunghe unghie blu metallizzato e occhioni da panda. Il silenzioso, nascosto, delicato, profondo lato Yin doveva ancora emergere in lui.
L'energia accesa, dai colori squillanti e sgargianti, dai movimenti rapidi e aggressivi, gridava al mondo il suo lato Yang.
Io adoro l'allegria, e lo scomposto uso del colore delle Drag Queen. Vicino a loro è impossibile essere tristi. Però credo che tirare fuori il proprio lato femminile implichi il venire maggiormente in contatto col proprio delicato lato Yin.
E ora, dopo avervi parlato del tema del travestitismo in chiave Yin-Yang (e dubito che qualcuno mai l'avesse fatto per voi!) scendo dal pullman e torno alle mie, meno amene, incombenze...
Nessun commento:
Posta un commento