Marco Donatiello Photographer
Allora, come ormai saprete, col mio lavoro di confidente sentimentale / cartomante / psicologa / coach ne ho sentite di tutti i colori. Riporto una delle vicissitudini più fresche e scottanti. Entra una signora sui 50, modesta, umile, poco appariscente. Mi chiede del suo matrimonio. Mi compaiono carte di lontananza. Mi confessa, tra le lacrime, che due anni fa il marito è partito per una trasferta di lavoro, e non è più tornato. Incidente stradale, penserete voi. No. "L'incidente" si chiama giovane ragazza carina con la quale lui sta convivendo. Ma la cosa atroce è che il marito non le ha mai dato una spiegazione. Mai, in due anni. All’inizio, la moglie lo chiamava per chiedergli quando sarebbe rientrato, lui le rispondeva: “presto ti spiegherò tutto”. Fortunatamente dei misericordiosi amici in comune hanno rivelato alla povera donna sull’orlo della depressione che il marito conviveva con una donna molto più giovane, bella e allegra di lei. (Chiamali amici, penserete…).
Dato che la mia cliente si
ritrova il mutuo della casa e ogni spesa sul groppone, dopo due anni di questo
supplizio ha timidamente contattato un avvocato per procedere ad una
separazione consensuale. Che ovviamente l’Uccel di Bosco di suo marito ha
rifiutato.
Quando sento storie così mi
vengono i brividi. Guardo di sottecchi mio marito chiedendomi se, quando sarò
una rugosa 50enne, riceverò anch’io questo trattamento. Tanto, dato che sono
poco più che maggiorenne, manca ancora molto, molto tempo. Macumba immediata a
chi osa contraddirmi.
Il fatto è che, a furia di
sentire tutte queste storie strazianti, comincio a maturare una strana forma
di antipatia verso il genere maschile. Perché purtroppo, numericamente, le mie
clienti arrivano da me dopo che sono state ferite, illuse, abbandonate dagli
uomini. L’altra metà del cielo in versione single, io la conosco praticamente solo attraverso ai
loro racconti, popolati da uomini stronzi.
Poi, però, ogni tanto
l’Universo mi manda un esemplare degno del genere maschile, un po’ per
riequilibrare le cose.
Entra un uomo sui 40, distinto,
gradevole alla vista, privo di tic nervosi e anomalie genetiche. (Specifico,
perché in giro c’è davvero di tutto…). Ha un lavoro in banca, è simpatico e
gentile. E mi rivela di essersi innamorato di una donna e di averla ASPETTATA
per nove mesi. Attenzione, quando parlo di aspettare
intendo un’attesa biblica. Ovvero, con astensione assoluta di ogni contatto
fisico rispetto alle altre donne. Insomma, per farla breve, quest’uomo, dopo
essersi dichiarato, e vedendo che la sua amica non si sentiva ancora pronta per
ricambiare, l’ha aspettata per nove mesi. Nove mesi, mica sono noccioline! E in
questi nove mesi era lei a fare un po’ la stronza, chiedendogli ad esempio di
spalmarle la crema solare sul petto. Che è, non ci arrivi da sola sul petto?
Dopo questi nove mesi, pari
alla gestazione umana, il mio povero cliente ha partorito l’idea di lasciarla
perdere. Anche perché stava iniziando a sbattere la testa contro il muro per la
castità prolungata.
Ecco, è questo l’uomo che
auguro alle mie clienti in cerca di marito. Un uomo dedito, paziente,
innamorato.
Ce ne sono in giro. Rari, ma
esistono. Non credete che i migliori siano già tutti presi. Qualcuno è ancora
rimasto sul mercato. Uscite, guardatevi intorno, cercatelo. Magari è il vostro
tabaccaio, magari è quel collega un po’ timido, magari è l’allenatore di kick
boxing.
Non arrendetevi, non tutti
gli uomini single sono stronzi!