Marco Donatiello Photographer
E' un classico. Ho una nuova
cliente come cartomante, che ha prenotato il consulto per telefono. Parlando
con mio marito. È la prassi abituale. Quel santo uomo che risponde al nome di
Andrea è una specie di jolly, oltre ad essere il titolare della libreria che mi
ospita, è anche il mio “segretario personale”. È lui che risponde al telefono
al posto mio, lui che filtra le chiamate e che fissa gli appuntamenti.
Non è perché io non voglia rispondere
al telefono, è che ho proprio un rapporto problematico con il cellulare. Fosse
per me, girerei con una specie di piccione viaggiatore appollaiato sulla spalla
e manderei tramite lui le mie comunicazioni. Oppure affinerei maggiormente la
mia telepatia.
Insomma, tutto, tutto, pur
di non usare il cellulare. Che poi, mi rifiuto di acquistare una di quelle
diavolerie tipo I-pad, I-phone, etc. Il mio cellulare non fà le foto, non si
connette a Internet, non usa Instgram, non manda MMS. È così antiquato che non
riconosce neanche le faccine dei messaggi. Lo so che prima o poi dovrò
soccombere a questa consumistica esigenza, e acquistare un I-phone, ma tiro la corda finchè posso. Il mio
cellulare, se và bene e ho fortuna, mi fa conversare con qualcuno. Che poi ho
un contratto Wind, e la Wind non prende mai, mai, da nessuna parte. Appena
entro in negozio la linea scompare. (Saranno i muri spessi o strane entità
ectoplasmiche a fare da scudo? Meglio non approfondire la cosa…).
Poi un’altra cosa orrenda, è
che le rare volte in cui sono di buon umore e quindi decido di voler rispondere
al telefono, egli viene misteriosamente inghiottito negli oscuri e tenebrosi
recessi della mia borsa. E lo sento, da lì, che mi chiama, impaurito e flebile,
finchè non si scaricano le batterie e soccombe al suo destino, oppure fino a
che la persona che tenta di raggiungermi non si rompe le scatole e riattacca.
Poi c’è una specie di legge di Murphy: perché quando, al tatto, cerco di
prendere il cellulare, mi ritrovo tra le mani il portabiglietti da visita, il
rossetto, lo specchio da borsetta, uno scontrino dimenticato, il pacchetto di
fazzoletti e una confezione di caramelle Leone che ha deciso di aprirsi e
organizzare una spedizione esplorativa. Se non altro, presa dallo sconforto per
non essere riuscita, per l’ennesima volta, a rispondere al telefono, mi consolo
con le caramelle che mi finiscono tra le dita.
Probabilmente le mie clienti
over 70 hanno più dimestichezza con la tecnologia di me. Mi congratulo
mentalmente ogni giorno per essere riuscita a capire come funziona ‘sto blog e
come riuscire a scriverci sopra.
Insomma, tornando a noi, le
mie nuove clienti parlano con mio marito, quindi non hanno sentito la mia voce
giovane; e difficilmente mi hanno visto in foto da qualche parte. Arrivano in
negozio, belle come il sole, mi vedono, capiscono che sarò io a far loro le
carte e… In alcune di loro noto una strana forma di delusione. Appena
accennata. Le più schiette e sincere si confessano.
“Ma no, sai, è che io mi
aspettavo che tu fossi più vecchia, più brutta…”
Insomma, nell’immaginario
comune, chi ti fa le carte dev’essere una vecchia strega ingobbita con un porro
sul naso. :-)
Gli unici ad essere contenti
sono i miei rarissimi clienti uomini ed etero.
Per ovviare a questo
inconveniente, mio marito stà iniziando a mentire sulla mia età. (E’ un
fetente, lo so). Quando la mia futura nuova cliente chiede al telefono quanti
anni ho, lui risponde candidamente “è sui quaranta”. È sui quarantaaa??? E io
tutte le creme antirughe, antiocchiaie, antidecadimento fisico che me le
spennello a fare allora? Per la cronaca, ho 5 anni di meno. E ne dimostro
diciotto. Non contradditemi.
Immancabilmente, le mie
nuove clienti mi vedono, aspettandosi, nuovamente, la quarantenne avviata, e mi
dicono ingenuamente “Certo che li porti proprio bene gli anni! Dev’essere questo
lavoro che ti mantiene giovane.” Io sorrido amabilmente e chiudo l'argomento.
Sto progettando, per
vendicarmi, un filtro di eterna giovinezza di cui l’ingrediente principale saranno le unghie di mio marito, ma strappate una ad una, con lentezza e sadismo.
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