Quali sono i reconditi pensieri di una scrittrice esoterica, moglie del titolare di Esotericamente, libreria e negozio di articoli per magia? Ma quante cose buffe, strane, bizzarre le sono capitate e non aveva mai osato scriverle da nessuna parte? Ecco il Diario semi-serio di una donna sentimentale che ha a che fare con l'occulto in ogni sua forma... Ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è puramente casuale.
lunedì 27 maggio 2013
IL RITORNO DELLE ANIME
Una notte di tanti anni fà ho fatto un sogno.
Era così particolare. Cavalcavo su una radura dalla terra scura. Non ero sola. Al mio fianco mio marito, e, vicino a lui, un altro uomo che conosco e che, in qualche modo, fà parte della mia vita. Galoppavamo sulle colline dalla rada vegetazione. Nel sogno, sapevo che entrambi erano i miei fratelli. Eravamo nati in Mongolia, stavamo tornando a casa. Ci fermavamo davanti ad una bassa e larga tenda, più simile ad una casa. Il suo nome, l'ho scoperto ieri, è Yurta. Mio fratello mi spingeva avanti, dicedomi di andare da lei. Io scostavo una tenda di pelle e me la trovavo davanti. Mia madre. Che non era la mia madre reale, quella biologica che mi ha messo al mondo. Era un'altra donna. Mai conosciuta nella realtà. Di una dolcezza sconvolgente. E quando, nel sogno, i nostri occhi si sono incrociati, ho riconosciuto il suo eterno affetto per me, mi sono messa a piangere e mi sono svegliata inondata di lacrime.
Io stessa, psicanalizzandomi, riconosco che quel sogno era compensatore, per la mia odierna difficoltà con le figure materne.
Però, non so come spiegarlo, quello non era un sogno normale. E io per prima non saprei come altro dirlo. Era come il frammento perduto di un'altra vita. Era troppo intenso, coinvolgente, vero, per poterlo relegare ad un semplice evento onirico compensatore. Mi ha lasciato nel cuore una speranza, quasi più simile ad una certezza, di avere davvero vissuto prima di questa vita.
Premetto, io credo fermamente nella reincarnazione. Credo nella legge del Karma, credo in un ritorno delle anime ad una dimora terrena, dopo aver oltrepassato il fiume dell’oblio e aver deciso di tornare indietro, su questa brutale e scura terra.
Praticamente tutte le religioni credono nella reincarnazione. Compreso il Cristianesimo, prima del concilio di Nicea. Chi abolì il concetto di reincarnazione dal Cristianesimo originale non fu un sacerdote o un Papa, fu un imperatore romano. E lo fece per esigenze di potere. Ecco un assaggio di storia.
Agli inizi del quarto secolo le più potenti fazioni cristiane erano in lotta le une contro le altre per motivi di influenza e potere, mentre contemporaneamente l'Impero Romano si stava sgretolando. Nell'anno 325 d.C., in un nuovo tentativo di rinnovare l'unità dell'impero, il dittatore assoluto, l’Imperatore Costantino, convocò i leader delle fazioni cristiane in lotta al Concilio di Nicea. Egli offrì loro tutto il suo potere imperiale a beneficio dei cristiani se essi avessero risolto le loro differenze ed avessero adottato un unico credo. Le decisioni che ne seguirono durante questo Concilio gettarono le basi per la fondazione della Chiesa Cattolica Romana. Successivamente i libri della Bibbia sarebbero stati pubblicati e “corretti”. Per promuovere l'unità, tutte le teorie in conflitto con il nuovo credo sarebbero state scartate. Durante il processo le fazioni e gli scritti che supportavano la reincarnazione furono rifiutati.
Alcuni cristiani continuarono a credere ancora nella reincarnazione dopo il Concilio di Nicea, perché nell'anno 553 D.C. la Chiesa si trovò ad affrontare di nuovo questa teoria della reincarnazione e a condannarla esplicitamente. Nel Secondo Concilio di Costantinopoli il concetto della reincarnazione, insieme ad altre idee contenute nell’espressione "preesistenza dell'anima”, fu decretato crimine meritevole della scomunica e dannazione (anatema).
Torniamo nel ventesimo secolo. Qualche anno fa ho avuto una cliente che, come me, aveva fatto un sogno simile. Solo che il suo sogno si ripeteva molto spesso, di notte in notte. Lei era su una grossa scalinata, con una veste bianca, era notte. La sua era una ricca abitazione, lei era rimasta sola. La guerra era alle porte. Poi, d’improvviso un rumore. Come se qualcuno fosse entrato per aggredirla e depredarla. Poi, più niente. Il fiume scuro dell’oblio.
Esiste una branca dell’astrologia che mi appassiona terribilmente. È l’astrologia karmica (anche se mio marito, giustamente, controbatte che tutta l’astrologia è karmica).
In pratica, in base ad alcuni nostri aspetti del tema natale, calcolato grazie alla data, ora e luogo di nascita, è possibile effettuare alcune ipotesi sulle nostre, o la nostra, vita passata. Incuriosita dal sogno della mia cliente, le ho proposto un consulto di astrologia karmica. Da alcuni aspetti astrologici si evinceva che lei realmente, in una vita passata, era stata agiata e benestante. Io credo che quello fosse il suo ultimo ricordo in vita.
Non sono qui per convincere nessuno. Però perché a volte pensiamo di conoscere una persona da sempre? Perché certi luoghi ci sono familiari, o siamo estremamente portati per lavori, hobby o sport a noi totalmente nuovi? Perché nasciamo con delle inspiegabili fobie? Perché sembra che certi episodi, o situazioni, tornino sempre nella nostra vita, cambiando nomi e luoghi ma restando invariati nella sostanza?
Non voglio arrivare a disquisire su quei bimbi piccoli che parlano lingue a loro sconosciute (e la cosa mi fa anche un po’ rabbrividire). Però, personalmente, la legge del Karma è l’unica in grado di spiegarmi perché, in questo momento, un bambino in Africa sta morendo di fame, mentre mio figlio dice che il minestrone gli fa schifo.
Se non avessi qualche sorta di spiegazione esoterica legata alla legge del karma, probabilmente le ingiustizie, la violenza e la brutalità del nostro mondo mi sarebbero insopportabili.
E mentre sto scrivendo questo post, un po’ della mia anima è rimasta lì, in quel ricordo di una bella galoppata nella tundra, insieme ai miei affetti più cari.
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Hai letto/conosci "Molte vite un solo amore" di Weiss Brian?
RispondiEliminaDaniela
Certo, ancora un po' lo conosco a memoria! Bellissimo!
RispondiEliminaAnche io abbraccio un po' tutte le religioni ma nel senso che tutte hanno del vero ma nessuna è quella "giusta". il discorso della reincarnazione è difficile (come tutti aggiungerei). Da esperienza personale posso dire che quando affiorano ricordi di vite precedenti c'è un motivo molto particolare e solo noi possiamo capirlo. La nostra vita spirituale scorre in un fiume universale dove le leggi dei singoli mondi non esistono. Così le 3 dimensioni a noi conosciute, il tempo (in senso non proprio come lo conosciamo) e qualsiasi altra vogliamo mettere. E' un fiume universale dove tutte le anime fluttuano. Queste anime percorrono un percorso proprio ma legato a tutte le altre, lungo il fiume che le trascina. Perchè questo? Ma è una domanda veramente importante questa? O è più importante lo scorrere lungo questi fiume? In questo scorrere possiamo (come lo definiamo noi con questo corpo) possiamo vivere altre vite, percepire altri mondi, vivere sperienze uniche e particolari e qualsiasi cosa vogliamo metterci. Questo fiume è come un ammasso universale al di sopra di tutto. Il significato è la meta finale, ma questa al momento non è la cosa importante da sapere e infatti non la vediamo. Quello che noi dobbiamo fare e vivere questo scorrere, solo questo ci è chiesto ora. Ho vissuto altre vite? E se si quante? Che importanza ha saperlo, se ne abbiamo bisogno ci verrà dato qualche messaggio o indizio. Alla fine di questo scorrere lo sapremo e ne coglieremo i frutti, ora scorriamo e teniamoci caro tutto quello che accade perchè anche se non lo comprendiamo a pieno è necessario. Se percepiamo delle nostre vite passate o futuro facciamo tesoro del messaggio perchè vuol dire che in questo momento ne abbiamo molto bisogno, non soffermiamoci sullo stupore o sul piacere di questo. Cogliamo il messaggio altrimenti avremmo sprecato il motivo.
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